27.11.18

Attenzione e concentrazione: la mente del cane

Tyson che controlla il suo Branco.









Attenzione e concentrazione: la mente del cane!


La mente del cane è plastica, esattamente come la nostra, e dunque va allenata costantemente per rimanere duttile. Per ottenere una mente flessibile e in continuo sviluppo bisogna impegnarsi in attività metodiche e continuative sia semplici, che complesse e addirittura mnemoniche.

La mente del cane

Una mente attiva rende vivi e interessati. Cosa significa avere una mente attiva? Significa essere in grado di pensare, mantenere l’attenzione, sapersi concentrare, memorizzare le cose, risolvere i problemi, ecc.
Per chi non vive e non ha mai vissuto con un cane sembrerà impossibile che egli possegga tutte queste competenze considerate “umane”, eppure è così. Un proprietario sa bene quante cose impara spontaneamente il proprio cane nel vivere quotidiano, anche senza l’operato della persona, a volte grazie ad intuizioni, lettura del contesto e comprensione. Se poi ci si impegna a presentare al cane sempre nuove attività, nuovi esercizi, la sua mente si espanderà ancor di più, perché nasceranno nuove connessioni che gli permetteranno di contenere nuove informazioni. Allenare l’attenzione, la concentrazione e la memoria del proprio cane è qualcosa di molto importante che ci aiuterà ad espandere la sua mente.

Attenzione

L’attenzione è la capacità di distinguere e scegliere gli stimoli ambientali fondamentali in un dato contesto, tralasciandone altri. Mentre viviamo ci sono mltissimi stimoli che non prendiamo in considerazione, come alcuni rumori di sottofondo, oppure la sensazione di un anello indossato. Questo perché la nostra mente, come quella del cane, è in grado di operare una scelta e filtrare gli stimoli importanti per quello specifico compito. Allenare questa competenza è fondamentale per lo sviluppo dell’area cognitiva del cane.

Concentrazione

La concentrazione è la capacità di tenere l’attenzione su un determinato stimolo scelto, per un certo intervallo di tempo. Questo tipo di competenza, come anche l’attenzione, emerge in maniera piuttosto naturale in un cane che è abituato a fare esercizio in maniera regolare. Chiedere al nostro cane un certo tipo di comportamento, per esempio, mentre noi assumiamo posture diverse, gli richiede molta concentrazione, perché deve essere in grado di selezionare e soddisfare la richiesta del comportamento, tralasciando il nostro movimento nello spazio.

Memoria

La memoria è un’altra capacità, molto importante, che afferisce all’area cognitiva. Avrete notato, vivendo con un cane, quanto egli riesca a memorizzare le “cose” della vita già in maniera autonoma: il proprio nome, il nome dei componenti della famiglia, il nome di alcuni oggetti, il nome di alcuni comportamenti richiesti, alcune routine specifiche e così via. È possibile lavorare anche su questa competenza, per esempio: insegnandogli i nomi di oggetti diversi; facendo in modo che impari i nomi di luoghi diversi in cui ci si reca durante le passeggiate; giocare prima con un oggetto, passare ad altra attività, e tornare poi al gioco con l’oggetto chiedendo al cane di recuperarlo. In quest’ultimo caso il cane dovrà aver memorizzato il luogo in cui noi abbiamo lasciato quell’oggeto.

Conclusioni

Esattamente come accade per noi, smettere di far lavorare la mente del cane, se non per compiti routinari che ormai hanno generato degli automatismi, significa spegnere le connessioni e impedirne ulteriori sviluppi. Un cane abituato ad imparare, imparerà sempre più facilmente e avrà maggiori strumenti a disposizione per interpretare e vivere la propria vita acacnto a noi.


Articolo tratto dal sito https://www.thinkdog.it/ che ringrazio.

26.9.18

La qualità della relazione con il nostro cane

Come si valuta la qualità della relazione con il cane



Vi siete mai chiesti se la relazione che avete instaurato con il vostro cane sia di qualità? E di qualità per chi? Per voi o per il vostro cane? Cos’è che determina la qualità di una relazione, considerando che abbiamo di fronte due specie diverse tra loro? Proviamo a capirlo insieme.


Cos’è una relazione

Con il termine ‘relazione’ indichiamo un collegamento che esiste tra diverse entità, nello specifico, quando parliamo di ‘relazione’ tra individui ci riferiamo ad un rapporto che intercorre tra i soggetti. La relazione può essere di vario tipo, d’amicizia, d’amore, di lavoro o altro, cioè basa le sue caratteristiche su ciò che rappresenta. La relazione che noi abbiamo con il nostro cane può essere da un lato una relazione di amicizia, dall’altro però anche una relazione di parentela o tutela: perché se per un certo verso noi e il nostro cane siamo amici, cioè condividiamo alcune passioni e attività pur rimanendo indipendenti, per un altro noi siamo responsabili dell’educazione del cane stesso, proprio come un genitore o un tutore.

La qualità di una relazione

Come facciamo a capire se la relazione che abbiamo con qualcuno sia o no di qualità? Osservando il livello di felicità, soddisfazione e serenità che dà ad entrambi. Una relazione può essere considerata di qualità alta quanto tutti gli individui implicati trovano più o meno lo stesso livello di soddisfazione personale: insomma non c’è qualità in una relazione di coppia (ad esempio) in cui uno è felice, libero e appagato, mentre l’altro è triste, costretto e insoddisfatto.

E in relazione al nostro cane, come facciamo a capirlo?

Osservare la nostra relazione con il cane da fuori ci permette di capire meglio se questa sia o no di qualità. Come dicevamo una relazione è di qualità quando tutte le parti trovano soddisfazione senza negare se stesse, pur accettando di venirsi incontro (visto che non siamo tutti uguali).
Quando parliamo di relazione con il cane dobbiamo dunque chiederci innanzitutto se la nostra soddisfazione tenga conto di quella del nostro cane: ad esempio, se noi pensiamo di avere una relazione di qualità con il nostro cane perché lui fa tutto ciò che gli chiediamo, esce con noi e non dà fastidio ogni volta che viene portato ad una cena o un aperitivo, in tram o in metro, si lascia far fare di tutto dai bambini e non litiga con i cani perché non si avvicina neanche a loro e in casa non disturba e non tira a guinzaglio, e non viene mai portato in natura e slegato dal guinzaglio, forse dovremmo iniziare a chiederci cosa sia per noi una relazione appagante, visto che non ci rendiamo conto che probabilmente il nostro cane non solo non è felice, ma si è completamente adeguato alle nostre necessità azzerando le sue volontà. Per comprendere se la relazione con il nostro cane sia di qualità, dovremmo valutare sia ciò che appaga noi, sia ciò che appaga il nostro cane: il buon vecchio ‘venirsi incontro’.

Una relazione di qualità con il nostro cane

Considerando che il nostro cane è interessato principalmente a relazioni sociali con altri cani, cibo, passeggiate, natura e la nostra compagnia, possiamo valutare per ogni singolo caso cosa facciamo per far sì che queste attività siano appaganti. Permettiamo al nostro cane di incontrare o evitare i cani che incrociamo per strada o lo obblighiamo a stare sempre da solo o a relazionarsi con tutti? Abbiamo pensato ad un regime alimentare appagante per il nostro cane o ci accontentiamo delle crocchette che costano meno? Facciamo uscire il nostro cane a sufficienza, regalandogli molti momenti di libertà dal guinzaglio e in luoghi naturali come boschi, laghi, mare o le uscite sono brevi, nel cemento e per sbrigare le nostre commissioni? Stiamo con lui o lo lasciamo praticamente sempre solo a casa?

Insomma, a mio avviso una relazione di qualità con il nostro cane esiste quando noi, che siamo quelli che hanno il potere decisionale nella coppia, permettiamo al nostro amico a quattro zampe di vivere il più possibile in linea con le sue necessità di specie: un cane sarà sempre in un certo senso frustrato visto che non ha la libertà di scegliere per sé, per questo dobbiamo fare il possibile per sollevarlo da questo enorme peso.

Ovviamente il nostro andare incontro alle esigenze del cane deve appagare anche noi stessi e non rappresentare un sacrificio e una limitazione alla nostra vita: se questo è ciò che proviamo, forse dovremmo rivalutare l’idea di vivere con un cane. Nessuno ci obbliga ad uscire anche con la pioggia, ad andare nei boschi durante il weekend, a spendere soldi per alimenti sani, ma questo (e molto altro) è ciò che dobbiamo fare per rispettare e rendere felice il nostro cane e se queste attività non ci piacciono e ci pesano, evitiamo proprio di vivere con un animale e stiamo da soli.

Grazie al Sito: https://www.thinkdog.it/

23.9.18

7 ragioni per cui i cani rendono migliore la nostra vita!



La maggior parte di coloro che hanno un cane non riescono neppure più ad immaginare la loro vita senza il loro amico animale. Infatti il cane è sempre al loro fianco ed è notoriamente il migliore amico dell’uomo. Effettivamente supporta l’uomo in molte situazioni, spesso senza che egli ne sia consapevole.

Qui di seguito trovi leggere le 7 ragioni per cui i cani rendono migliore la nostra vita.


1. I cani riducono il livello di stress

Chiunque abbia un cane confermerà che il suo cane lo fa sentire bene. Questa sensazione è provata scientificamente: attraverso diversi studi i ricercatori americani hanno dimostrato che i cani abbassano il livello di stress dei loro padroni. Accarezzare il cane accresce la produzione di ormoni della felicità e al tempo stesso riduce la produzione degli ormoni dello stress.
Per il suo studio il team di ricercatori cercava una categoria professionale che fosse sottoposta quotidianamente a uno stress elevato e ha optato per gli agenti di borsa celibi/nubili. Di fatto, la presenza di un cane ha dimostrato di avere un effetto positivo sui soggetti esaminati, in cui sono stati osservati tipici sintomi da stress quali l’aumento della pressione sanguigna, l’aumento della frequenza cardiaca e la sudorazione. I soggetti che avevano un cane reagivano in modo molto più tranquillo alle situazioni di stress. Anche la presenza di cani in ufficio sortisce lo stesso effetto: riducono il livello di stress degli impiegati e hanno un generale effetto positivo sulla quotidianità lavorativa. Anche questo è stato dimostrato da diversi studi.


2. I cani fanno bene al cuore

Quando siamo stressati, la pressione sanguigna aumenta. Chi soffre costantemente di pressione alta, corre un rischio più elevato di essere soggetto a malattie cardiocircolatorie. Dato che i cani esercitano un effetto positivo sul livello di stress, di conseguenza riducono anche il rischio di questo tipo di malattie. Inoltre passeggiare con il cane ha un effetto positivo sul sistema cardiocircolatorio e contribuiscono a mantenere in salute i padroni dei cani.

3. I cani fanno bene alla crescita dei bambini

Alcuni genitori spesso si preoccupano che il cane possa avere un effetto negativo sulla salute dei loro bambini e possa contagiare delle malattie canine, ma di fatto è vero il contrario. Gli studi dimostrano che i bambini che crescono con un cane, corrono un rischio minore di soffrire di allergie. Tuttavia questo discorso è valido soltanto se non ci sono precedenti casi di allergia in famiglia.


Buono a sapersi:

I bambini che crescono con un cane godono anche di altri vantaggi, il che è dimostrato da parecchi studi. Per esempio i cani esercitano un’azione positiva sullo sviluppo della personalità dei bambini che imparano presto ad assumersi delle responsabilità verso il prossimo e sviluppano una maggiore competenza sociale. I cani possono anche aiutare i bambini ad apprendere; per esempio ci sono cani da lettura, addestrati per aiutare i bambini con difficoltà nella lettura e nell'apprendimento. I bambini leggono a voce alta al cane che dà loro sicurezza e non li critica.

4. Avere un cane ci mantiene in forma

La mancanza di movimento e il sovrappeso che ne deriva aumentano il rischio di parecchie malattie, sia per il cane che per noi umani. I cani mantengono in forma i loro padroni, in quanto devono uscire non soltanto per fare i loro bisogni, ma anche per fare movimento e così automaticamente fa movimento anche il loro padrone. Gli sport per cani mantengono in forma anche il padrone.Questo ha conseguenze positive sia sul peso che sulla salute e il movimento all'aria aperta, inoltre, contribuisce a rafforzare anche il sistema immunitario.


5. I cani aiutano a sconfiggere la solitudine

I cani possono anche aiutare ad allacciare contatti perché i padroni dei cani parlano facilmente gli uni con gli altri, in quanto hanno molti argomenti in comune. Spesso, soprattutto per le persone anziane che vivono sole, le passeggiate con il cane rappresentano l’unico contatto con il mondo esterno. Così il cane a volte protegge anche il padrone dall’isolamento sociale.

6. I cani facilitano la vita delle persone con disabilità

I cani da assistenza o da riabilitazione sono specificatamente addestrati per vivere al fianco di persone con disabilità fisiche o mentali e per aiutarli nella loro vita quotidiana. I più noti cani da assistenza sono i cani guida che aiutano i non vedenti ad orientarsi e rappresentano per loro un grande aiuto nella vita di tutti i giorni. Tuttavia anche i cani guida per non udenti o i cani guida per gli epilettici sono tra i più apprezzati aiutanti dell’uomo.


7. I cani ci salvano la vita

I cani da allerta sono cani da assistenza speciali che aiutano le persone affette da malattie che possono avere conseguenze che mettono a repentaglio la vita. Per esempio ci sono i cani da allerta per diabetici che riconoscono per tempo i sintomi di un’ipoglicemia o di un’iperglicemia del loro padrone e lo avvertono prima che si verifichi una crisi.
Un altro cane specificatamente addestrato per salvare la vita dell'uomo è il cane da salvataggio. Grazie al suo spiccato senso dell’olfatto riesce a perlustrare ampie zone in breve tempo. I cani da salvataggio operano in unità cinofile e per esempio vengono impiegati per la ricerca dei dispersi, in caso di valanghe, terremoti, naufragi ecc.


19.9.18

L’alimentazione naturale per curare i nostri cani






Cos’è la BARF e quali sono i regimi alimentari più in linea con le necessità etologiche dell’animale


Arriva il ThinkDog Experience, i prossimi 21, 22 e 23 settembre potremo incontrare Angelo Vaira e molti altri esponenti della cinofilia italiana tra cui il veterinario omeopata David Bettio. Abbiamo chiacchierato con lui per scoprire qualche dettaglio del suo intervento, ecco cosa ci ha svelato.

Chi è David Bettio, veterinario omeopata

David Bettio è veterinario omeopata per piccoli animali ed esercita da ormai 20 anni con un approccio sistemico olistico, le cui terapie sono legate all’alimentazione. Responsabile del Centro Omeopatico Veterinario OLIKOS, Bettio parlerà in occasione del Raduno ThinkDog di alimentazione naturale, con particolare riferimanto alla BARF.

Alimentazione naturale vs industriale

David Bettio ci spiega di essere un promotore delle terapie naturali e di un’alimentazione naturale al fine di “non utilizzare prodotti industriali perché l’alimentazione con prodotti industriali sta creando problematiche di salute negli animali, invece un’alimentazione legata all’etologia dell’animale è sicuramente più efficace e può aiutare in modo sensibile e duraturo a mantenere lo stato di salute del cane”. I vantaggi dell’alimentazione naturale sono molteplici, “con materia prima con filiera corta e controllata, possiamo sapere quello che mangia il cane – spiega Bettio che prosegue – La dieta casalinga può essere con cibo cotto o crudo. Io prediligo quella a crudo con filosofia di dieta mimanatura dove noi cerchiamo di mimare il più possibile quello che succede in natura”. E cosa cerca un cane in natura, libero? “Se lo lasci libero non insegue mais ceci e riso, ma cerca prede. Questo ci dice cosa deve mangiare il cane. Il cane non produce carnitina e per averla deve mangiare carne. Per questo motivo io scelgo la BARF anche se non è l’unico modello nutrizionale e bisogna tener conto che prevede la presenza di un cliente in grado di gestire questo tipo di dieta”.

Come nasce l’approccio all’alimentazione naturale

“Ho avuto la fortuna di conoscere un collega belga che faceva diete casalinghe per i pazienti e vedevo risultati incredibili. Osservavo risultati clinici come patologie gastronintestinali o altre patologie che miglioravano con un approccio nutrizionale di tipo non industriale” ci racconta Bettio.

I diversi modelli di dieta a crudo

Bettio ci illustra alcuni dei modelli di dieta a crudo di cui ci parlerà in occasione del Raduno ThinkDog, tra questi:
“BARF che è una dieta appropriata da un punto di vista biologico, cioè in base all’etogramma e alla fisiologia dell’animale per cui si costruisce quella dieta, ch è a crudo.
ANCESTRAL DIET che è gestita con le prede e carcasse che è dunque molto proteica
GARGOL DIET che mima come mangiano i lupi che ad esempio non si nutrono tutti i giorni, ma semmai quando riescono a cacciare. Questo regime alimentare è adatto ad esempio gli Akita che sono cani ancestrali che hanno bisogno di una dieta in linea con le loro necessità. Lo stesso regime per esempio non va bene per i Golden Retriever che hanno riserve diverse e che localizzano il cibo in punti diversi.
PALEO DIET che implica carne cruda e verdure senza ossa”.
Ovviamente Bettio sconsiglia caldamente il fai-da-te che può rivelarsi pericoloso, l’ideale sarebbe sempre chiedere ad un veterinario specializzato per accertarsi di seguire un regime alimentare che sia veramente efficace per la salute del cane e non si riveli pericoloso.

Veterinari ed educatori insieme per i cani e i proprietari

Bettio conclude la nostra chiacchierata sottolineanco che “è fondamentale la collaborazone tra proprietario, veterinario ed educatore, così da poter tener presenti tutti gli aspetti della vita del cane e non tralasciare nulla di importante per la definizione del quadro clinico”.
Grazie a:

31.8.18

La paura dei tuoni è una fobia comune nei cani. CONSIGLI !!



La paura dei tuoni è una fobia comune nei cani.




La paura dei tuoni è una fobia comune nei cani. Di solito si nascondono, guaiscono, abbaiano, scavano o addirittura non trattengono la pipì. Nessuno è veramente sicuro del motivo per il quale siano spaventati dai tuoni. Pare sia più comune in alcune razze che in altre. La paura del tuono è difficile da trattare ma è importante provarci perché il problema si acuisce con l'età.
Un cane che ha paura dei temporali può mostrare un comportamento ansioso molto prima che i tuoni inizino. La pioggia che batte sul tetto della casa, lampi di luce o anche un semplice calo nella pressione atmosferica prima del temporale potrebbero essere sufficienti a suscitare una reazione ansiosa. La paura dei fuochi d'artificio è ugualmente comune nei cani che sono spaventati dai tuoni. 
Non punire né coccolare
Quando si tratta questa fobia è importante non punire il vostro cane per la sua  ansia nemmeno coccolarlo troppo poiché potrebbe peggiorare il problema.  Punire il cane potrebbe renderlo ancora più spaventato e ansioso, perché assocerebbe il tuono non solo alla paura ma anche alla punizione. Coccolare o consolare troppo il tuo cane è allo stesso modo sconsigliabile perché potrebbe suggerire al tuo cane che questo comportamento ansioso è per lui conveniente.


Bologna sotto Tempesta dalle nostre Finestre!
Tyson tranquillo e curioso sul mio dafarsi!




Sicurezza e rumore
Una delle prime cose da fare per un cane che ha paura dei tuoni è fornirgli un posto sicuro dove andare durante il temporale. La gabbietta (usata per trasportare i cani) sotto il letto o una sedia sono le scelte più comuni per un nascondiglio. Il tuo cane sceglie questi posti perché lo fanno sentire protetto e  attutiscono il rumore che li spaventa. Se il tuo cane non ha ancora trovato un posto, trovane uno tu. Potresti lasciargli un paio di croccantini proprio in quel posto per incoraggiarlo ad andare lì durante il temporale. 
Fornire al vostro cane un posto sicuro dove andare durante il temporale lo aiuterà a calmare qualche sintomo di ansietà ma non risolverà il problema alla radice. Questa è l'impresa più difficile, per la quale probabilmente avrai bisogno di un veterinario o di un specialista del comportamento. La chiave è desensibilizzare il tuo cane al rumore del tuono o agli altri stimoli associati al tuono. Prima inizi il trattamento, più rapidamente osserverai dei risultati positivi.
Soddisfazioni grazie alla dimestichezza
La desensibilizzazione deve essere fatta gradualmente. Fondamentalmente il tuo cane dovrà abituarsi al rumore del tuono affinché lo veda come una cosa normale. Questo si ottiene registrando un tuono a basso volume e a piccoli intervalli. Il rumore del tuono deve giungere improvvisamente per simulare il vero tuono.  Mentre lo fai, controlla il comportamento del tuo cane. Prova a distrarlo facendogli ascoltare il suono durante il gioco, o quando è impegnato in un altra attività divertente.
Se il tuo cane è troppo spaventato per partecipare allora abbassa il volume del "tuono" e prova più tardi. Questo potrebbe diventare un lungo processo che richiede molta pazienza ma alla fine il vostro cane sarà più a suo agio durante un temporale.
Grazie alla Newsletter di Hill's per l'articolo.

Tyson,per mia e sua fortuna non teme Tuoni o i Maledetti Fuochi d' Artificio!
Forse nel suo essere un ex Randagio ha superato queste situazioni.
Comunque io faccio bum bum dopo il lampo e prima del Tuono con la Voce e gioco con Lui nei momenti più forti del Temporale.
Lo distraggo semplicemente.


Capodanno 2018 allo Sgambatoio!



30.8.18

Il cane in città: un predatore sociale libero e felice è possibile!


Per iniziare Tyson con uno dei suoi migliori Amici Bobo!

















Il cane in città: un predatore sociale libero e felice è possibile


Quando parliamo di cane in città spesso ci riferiamo ad un animale domestico che non può essere felice perché non in grado di esprimere le proprie motivazioni spesso associate al bisogno di natura e istinto predatorio. Ma davvero il cane in città non può essere appagato? Davvero il cane felice è quello che vive in campagna? Secondo me no, un cane in città può essere anche molto più felice di un cane che vive in campagna, ma tutto dipende dal soggetto che abbiamo di fronte e dalle opportunità di vita che gli offriamo.

Cani, predatori con l’istinto per la caccia

Siamo ormai abituati a vedere i cani come predatori, animali che raggiungono un vero livello di appagamento quando passeggiano liberi nei boschi, dove hanno la possibilità di ‘partire’ per una battuta di caccia nel momento in cui sentono una preda nelle vicinanze. Diversamente il povero cane di città è costretto a camminare sul cemento, legato con un guinzaglio, con neanche un metro di raggio di azione per annusare, attività che gli viene impedita quando il naso si avvicina ad una schifosissima pipì, e che ha bisogno di socializzare con altri cani all’interno di un’area recintata e sovraffollata. Certo, vista così la vita di un cane cittadino è piuttosto triste e limitante. Ma non tanto perché la città lo sia di per sé, quanto semmai perché siamo noi a non essere in grado di trovare la via giusta per permettergli di esprimere la sua vera natura: quella cioè di un animale sociale.

Il migliore amico dell’uomo non per caso

Il cane, nella realtà dei fatti, non è un mero predatore (certo è anche quello), ma in primis è un animale sociale (e non dobbiamo né possiamo dimenticarlo): questo significa che il suo appagamento lo trova nelle relazioni. Come fa allora ad essere felice un cane in città? Stando nelle relazioni. E come? Qui chiaramente viene il difficile. Perché se è facile aprire la porta di una casa in campagna e lasciare che il cane vada in esplorazione e a caccia, è molto più complesso creare una vita soddisfacente in città, dove la nostra presenza è ciò che fa da filtro con il mondo, dove noi dobbiamo essere presenti perché è con noi che conosce la realtà circostante. È un impegno, è una responsabilità, è complicato, ma è possibile.

A ‘caccia’ di relazioni, un cane cittadino

Quando un cane va a caccia prova emozioni forti, si spaventa, rincorre un obiettivo (una preda), lo raggiunge (non sempre), ottiene appagamento e torna a casa soddisfatto. In città tutto questo può avvenire, in più ci siamo noi. Un cane in città va a caccia di esperienze, va al bar dove le persone lo salutano e gli sganciano un pezzo di cornetto, cammina per le vie avvicinandosi agli altri cani che incontra, li annusa e fa pipì per raccontare chi è, ogni tanto si spaventa per un rumore che non riconosce (ma un cane che va a caccia forse non si spaventa quando deve attraversare ostacoli più complessi come dei rovi o delle salite faticose?), trova oggetti o cibo per strada che si porta a casa o si mangia: tutta questa è vita che vale tanto quanto quella di un cane di campagna. La differenza? L’educazione. Perché se un cane predatore che vive in campagna non ha bisogno di imparare le regole della nostra società (o comunque non tutte), un cane di città deve affrontare un percorso di educazione che gli insegni come essere sé stesso in un contesto che prevede regole che non sono in linea con la sua specie. Certo questo può sembrarci limitante, ma non lo è, anzi è una grande opportunità per mettersi in gioco, per far funzionare il cervello e per provare situazioni che, se lo mettono in scacco, possono però offrirgli molto a livello emotivo. Anche noi in fondo ci diviamo tra coloro che vivono un’esistenza in totale comfort e in linea con le proprie necessità di base e coloro che invece escono dalla comfort zone per provare aspetti della vita altrimenti sconosciuti, affrontando molti momenti difficili e frustranti, che però una volta fatti propri e interiorizzati si rivelano utili per la propria crescita emotiva, intellettuale e spiriturale. Se i cani sono esseri senzienti (e lo sono) allora forse anche loro possono trovare giovamento nel mettersi in gioco.

Come rendere felice il nostro cane in città

Detto questo viene da chiedersi: cosa posso fare per rendere felice il mio cane in città? La prima regola è la relazione, partiamo sempre dal presupposto che un cane vive con noi, non tanto fisicamente, quanto mentalmente, quindi quando siamo in passeggiata con lui non possiamo dimenticare di essere insieme: evitiamo dunque di pensare che dobbiamo portare il cane in area cani per far sì che abbia a che fare con gli altri cani senza di noi. È vero che al nostro cane interessa relazionarsi con i suoi simili, ma non è questa la sua ragione di vita. Un cane vive all’interno di un gruppo, e quel gruppo possiamo essere anche semplicemente noi due (cane e umano), non tutti i cani hanno interesse a relazionarsi con altri cani e non possiamo costringerli a farlo: impariamo ad osservare il nostro amico per capire quanto davvero abbia voglia di essere rinchiuso all’interno di un recinto dove è costretto costantemente a ricreare dinamiche e ruoli sociali che in natura (nel senso ‘da randagio’) avrebbe standardizzato all’interno di un territorio ristretto e con pochi altri sogggetti. In poche parole, il cane è un animale che fa parte di un gruppo, con uno specifico ruolo, all’interno di un determinato territorio: la stessa dinamica possiamo ricrearla in città evitando di uscire unicamente per portarlo in area cani, ma prediligendo passeggiate per le vie della città, dove gli viene concesso di annusare e leccare tutte le pipì a cui è interessato, e con momenti di libertà dal guinzaglio (sì va bene, il guinzaglio è obbligatorio per legge, ma ci sono punti in cui possiamo non utilizzarlo senza per questo finire nell’elenco dei fuorilegge più pericolosi del Far West). A tutto questo possiamo aggiungere la relazione con le altre persone: portare il cane con noi quando andiamo a cena da amici o presentarlo ai clienti del bar o della pizzeria in cui andiamo sempre che, una volta diventati parte del gruppo, rappresentaranno per lui un’occasione di socialità piacevole.

Liberi Tutti? Si, ma con cautela.

Tutto ciò non è un’utopia, ma non è neanche semplicissimo. Anzi, è davvero molto difficile. In fondo però porta a risultati incredibili che rendono la nostra vita con il cane in città un modo sincero e naturale di vivere le relazioni con le persone del quartiere. Detto questo, evitiamo di sganciare il guinzaglio domani mattina e di chiedere al nostro cane di vivere libero, rispettando le regole sociali, senza aver prima intrapreso un percorso educativo con questi obiettivi. I punti salienti sui quali dovremo applicarci sono:
Il guinzaglio – l’odiatissimo guinzaglio è ciò per cui spesso vengono contattati gli educatori cinofili. “Il cane tira”. Raramente ci chiediamo il perché, anzi diamo per scontato che il problema sia il nostro cane. Cos’è il guinzaglio? Il guinzaglio è quella cosa per cui al nostro cane viene impedita la libertà di movimento e che ci permette di essere noi i gestori di qualsiasi spostamento, in fondo è per questo che ce l’ha imposto la legge: per evitare che i cani scorrazzino liberi di far danni in giro per le vie (cosa che non avviene affatto quando un cane è educato alla libertà e sa vivere in un contesto). Questa corda però possiamo annullarla, almeno mentalmente, se permettiamo al cane di annusare, leccare le pipì, fare pipì, annusare gli oggetti che incontra, se lo accompagniamo dove lo porta il naso, se comunichiamo con lui quando vogliamo cambiare direzione, invece di trascinarlo, e se durante la passeggiata raggiungiamo punti in cui possiamo ‘sganciarlo’ del tutto: perché va bene che il cane adora stare con noi, ma immaginiamoci di essere obbligati a stare attaccati alla persona a cui vogliamo bene con 100 cm di corda, anche noi dopo un po’ sentiremmo il bisogno di allontanarci.
Gli estranei – socializzare per i cani è appagante, relazionarsi con le persone, ottenere la loro attenzione, avere uno scambio è importante perché gli permette di conoscere l’essere umano, cioè la specie ‘imperante’ del contesto in cui vivono. Conoscendoci riescono a vivere meglio nella nostra realtà. Questo non significa che dobbiamo far toccare il nostro cane da chiunque, anzi, l’idea è proprio imparare a stare con gli esseri umani senza essere accarezzati da loro (immagiamoci di essere toccati da tutti per strada, in quanto tempo ci verrebbe da staccare una mano a qualcuno?), quindi proteggiamo sempre il nostro cane dalle mani lunghe che vogliono entrare per forza in contatto con loro: questo ci permetterà di essere anche più accreditati ai suoi occhi.
Gli altri cani – come dicevamo, sì il nostro cane vuole avere a che fare con altri cani, ma non in contesti in cui è obbligato. Osserviamolo e quando ci sembra realmente intenzionato ad avvicinarsi, permettiamoglielo, altrimenti proseguiamo oltre: tanto lui è in passeggiata con lui e questo è ciò che gli interessa.
L’ambiente cittadino – traffico, tram, saracinesche e chi più ne ha, più ne metta, i rumori della città possono essere molto fastidiosi e complessi da gestire per un cane, per questo è necessario farglieli conoscere a poco a poco, senza forzarli: anche in questo caso dobbiamo comprendere quando per il nostro cane è faticoso affrontare la città, alcuni hanno bisogno di uscire in momenti più silenziosi, comprendere quali sta a noi e così facendo potremo goderci il contesto cittadino senza traumi.

I cani non sono tutti uguali

Tutte questa parole hanno un senso se applicate al cane che abbiamo di fronte. È vero che per alcuni cani la città è un vero incubo, ma è anche vero che spesso la causa di questi traumi siamo noi che non abbiamo permesso al nostro amico di conoscere l’ambiente urbano con i giusti tempi. La soggettività è fondamentale, per questo è consigliabile sempre contattare un educatore cinofilo sin dal momento dell’adozione per riuscire, insieme, a conoscere la città e godersela al meglio. Un cane cittadino felice può esistere, sta a noi capire come. In ogni caso divertiamoci, divertiamoci sempre con il nostro cane, mettiamo da parte le ansie e le frustrazioni e affrontiamo insieme la vita che condividiamo.
Grazie all'Autrice 

ZEINA AYACHE



15.4.18

La Nostra Primavera.

Ecco i primi giorni di questa Primavera 2018.
Sole e dunque un bel caldo a volte eccssivo.
Sole e vento freddo, si sta bene ma ben vestiti,
Pioggia leggera ma non freddo, che importa?
acquazzoni a 3 km da casa, rientro inzzuppati come Pulcini.
Insomma fra una giornata cosi e una cosà.
Ecco le nostre giornate.
ogni giro mattiniero dura dai 5 ai 7 km per circa 2/3 ore.
Colazione eppoi si parte.
Tyson guida Bobà.
Bobà curioso segue Tyson.







































andare per prati piene di Margherite, ogni tanto qualcuna rimane adosso.
ehhehehhehehe


Poi torniamo a Casa, pappa, un paio di ore a letto insieme eppoi  fuori per il tramonto circa altri 3/4 km.
si incontra amici a due e quattro zampe nei parchi dove loro di solito sono.
La scelta è sempre di Tyson.
Sia la Mattina che il Pomeriggio tardi decide quale parte del suo territorio coprire e segnare con i propri odori.
The stars We are.

Tyson è tornato nella Sua Tana! RIP

Ogni Sera vado a letto ...mi addormento sperando che sia un incubo e che al mattino Tu sia di nuovo con Me ma ciò non accade ed ti piango co...